Il lockdown del 2020 ha segnato profondamente anche il comparto agroalimentare, soprattutto per alcune categorie merceologiche. In particolar modo, rispetto al 2019 il 2020 ha visto un crollo del 7% dei prodotti della IV gamma, ovvero l’ortofrutta fresca, lavata, confezionata e pronta al consumo.
Il 2021 si è chiuso però in netta ripresa secondo i dati Nielsen, con un incoraggiante + 6,3%, per un giro d’affari dal valore di € 867,3 milioni di euro.
La sostenibilità alla base della iV gamma
A rendere questo comparto dell’agroalimentare così resiliente, è stata la sua capacità di adattarsi ai bisogni dei consumatori.
Innanzitutto la IV gamma ha dalla sua l’alto contenuto di servizio: la comodità di consumarli senza produrre alcun tipo di scarto e la “praticità d’uso” rende questi prodotti perfetti per il consumatore medio moderno, che li predilige soprattutto sul luogo di lavoro.
La IV gamma permette infatti di mangiare sano e con tanta praticità, in qualsiasi situazione.
Il vero segreto della resilienza sugli scaffali di verdura e ortofrutta imbustata e pronta all’uso, risiede nella comunicazione sulla salubrità del prodotto e nelle iniziative legate alla sostenibilità dello stesso.
Le ultime stime raccontano di consumatori disposti a pagare di più, a patto che il marchio garantisca un certo rispetto dell’ambiente.
Da qui la necessità per le industrie di dotarsi di impianti di irrigazione che riducano al minimo lo spreco d’acqua e un riutilizzo come concime degli scarti di produzione. Unitamente a questo, è mai come oggi fondamentale la comunicazione di determinate iniziative industriali, con consumatori sempre più attenti al processo produttivo degli alimenti che finiscono sulla tavola.